E cosa succede in Parlamento?
Per Casini è assurdo che i giudici indagati dal CSM vadano a fare show in tv...show che nulla hanno a che fare con la serietà della loro professione...(perchè non riesco a trovare su youtube il video con Larussa che balla il twist al bagaglino?)
Per Fini bisogna finirla di scagliarsi contro la magistratura solo quando è indagato uno del proprio schieramento...traduzione: uniamoci contro la magistratura.
Per Maroni, Mastella si unisca a loro, per combattere contro la vera casta, quella di coloro che decidono della vita e morte delle persone! Traduzione somma Fini+Casini+Maroni: ci si unisca contro la magistratura, possibilmente impedendoLe anche di dire la propria pubblicamente.
Devo scaricare il programma della P2. O magari lo ricostruisco facendo un collage degli interventi odierni in Parlamento.
Tutti comunque solidali con Mastella. Così come Napolitano, per saltare di palo in frasca, è solidale col Papa. Mi sembra giusto. I nemici del sistema sono gli studenti, i professori e i magistrati.
E magari è anche vero...a volte, non sempre, studenti, professori e magistrati sono nemici del sistema...la mia solidarietà, dunque, a studenti, professori e magistrati.
mercoledì 16 gennaio 2008
martedì 1 gennaio 2008
Religione e Politica
Anche il nuovo anno (a proposito…auguri a tutti) è cominciato, per me, nel segno del masochismo. Sveglio da poche ore, faccio il mio solito giretto on-line per sbirciare le prime pagine o gli editoriali dei vari quotidiani. Perché masochista? Perché leggo anche la carta straccia più avvilente, quella da attacchi di bile, il giornalaccio auto-referenziale e semi-scandalistico di Vittorio Feltri: “Libero” (ah ah ah…scusate ma il nome del quotidiano è una parodia).
Ora siamo obiettivi. Non tutte le firme di quel giornale hanno lo stesso valore. Marcello Veneziani per esempio lo leggo volentieri. Quando c’è Massimo Fini, più che volentieri. Farina non lo digerisco in alcun modo, però scrive davvero bene. Feltri, Brunetta, Oscar Giannino, no comment. Il Direttore in particolare, resta per me un mistero insolubile: ma come cavolo fa ad essere Direttore di un quotidiano? Scrive male, pensa peggio; e poi fanno le agende “in cuoio, esclusive, eleganti” con il suo profilo con tanto di pipa stagliato sulla copertina. Per sole 60,00 euro. Voglio vedere in faccia chi compra quell’agenda!
Ma la mia riflessione va a proposito di un ributtante articolo di Socci. Si, non avevo dimenticato il suo nome. Me lo tenevo in serbo. Il giovane intellettuale torna sull’argomento “rapporto Dio-politica”, citando come argomentazione di difficile impugnazione un pensiero che riportiamo:
«Per me non c'è politica che non sia contemporaneamente religione. La politica serve la religione. La politica senza la religione è una trappola per gli esseri umani, perché uccide l'anima. Sono fermamente convinto che oggi l'Eu ropa non stia mettendo in pratica lo spirito di Dio e del cristianesimo, bensì lo spirito di Satana».
Socci non svela subito l'identità dell’autore del pensiero…sapientemente attende, consumato dall’esperienza aspetta il momento giusto per vibrare il colpo, perché non è il pensiero, ma l’identità del pensatore che dovrebbe piegare le ginocchia del lettore, fiaccare la resistenza di chi a sinistra si ostina a difendere la laicità dello Stato. Rullo di tamburi…sarà Gramsci? Togliatti? Non ditemi che è Marx! Tremo! Signori e signori, l’autore è…Gandhi.
Ma vaff…
E’ ignoranza o malafede quella per cui Socci cita qualcuno che quando parla di religione intende l’esatto opposto di ciò che lui vorrebbe difendere e sostenere?
Gandhi ha una concezione della religione che è ricerca spirituale, qualcosa che a noi occidentali è preclusa proprio perché strozzati dall’ottuso e dogmatico cappio cristiano-cattolico. Il pensiero di Gandhi sottende la necessità di asservire le ragioni “particolari” a quelle “universali”, quelle della materia a quelle dello spirito. Condivisibile o meno, nulla ha a che fare con le ingerenze della chiesa cattolica, le cui rivendicazioni di primato della morale sulla politica sanno tanto di primato politico della chiesa, di monopolio dell’etica. La religione di cui parla Gandhi è il libero cammino dello Spirito alla ricerca di sé. Ora, due sono le cose: o Socci ritiene che la Chiesa dovrebbe ancora amministrare il potere temporale, e allora mettiamolo in una macchina del tempo e rispediamolo a Canossa, a gustarsi la scena che tante volte avrà immaginato in momenti di irrefrenabile pulsione erotica; oppure valuta che la Chiesa sia depositaria della dimensione dello spirito, o peggio ancora della morale.
Purtroppo questa è mentalità diffusa. La chiesa è la casa di Dio, e il culto cattolico la dimensione unica della spiritualità. Tutto il resto è noia. No, non ho detto noia, ma boia boia boia!
Boia chi molla, vorrei gridare. Ma alla fine non si può non scendere a patti con la chiesa, perché volenti o nolenti, come ben illustra Michel Onfray nel “Trattato di Ateologia”, anche gli atei sono atei-cristiani. Liberandosi della dottrina escatologica e dell’anima-immortale, non si riesce tuttavia a rovesciare il paradigma etico cristiano, il sistema di valori di cui è impregnata la nostra cultura. Tranne ovviamente che per aspetti futili ed evanescenti, tipo la morale sessuale, per intenderci.
Semplificando molto, oggi il ruolo dell’intellettuale è quello di creare problematicità, nodi critici. Venga il compromesso, se è davvero tale, e non semplice appiattimento e sconfitta culturale. Non basta dire che la chiesa non ha monopolio di etica e spiritualità. Bisogna essere in grado di costruire una nuova etica e una nuova spiritualità realmente libere dall’ingombrante divinità di cui non hanno alcun bisogno.
Ora siamo obiettivi. Non tutte le firme di quel giornale hanno lo stesso valore. Marcello Veneziani per esempio lo leggo volentieri. Quando c’è Massimo Fini, più che volentieri. Farina non lo digerisco in alcun modo, però scrive davvero bene. Feltri, Brunetta, Oscar Giannino, no comment. Il Direttore in particolare, resta per me un mistero insolubile: ma come cavolo fa ad essere Direttore di un quotidiano? Scrive male, pensa peggio; e poi fanno le agende “in cuoio, esclusive, eleganti” con il suo profilo con tanto di pipa stagliato sulla copertina. Per sole 60,00 euro. Voglio vedere in faccia chi compra quell’agenda!
Ma la mia riflessione va a proposito di un ributtante articolo di Socci. Si, non avevo dimenticato il suo nome. Me lo tenevo in serbo. Il giovane intellettuale torna sull’argomento “rapporto Dio-politica”, citando come argomentazione di difficile impugnazione un pensiero che riportiamo:
«Per me non c'è politica che non sia contemporaneamente religione. La politica serve la religione. La politica senza la religione è una trappola per gli esseri umani, perché uccide l'anima. Sono fermamente convinto che oggi l'Eu ropa non stia mettendo in pratica lo spirito di Dio e del cristianesimo, bensì lo spirito di Satana».
Socci non svela subito l'identità dell’autore del pensiero…sapientemente attende, consumato dall’esperienza aspetta il momento giusto per vibrare il colpo, perché non è il pensiero, ma l’identità del pensatore che dovrebbe piegare le ginocchia del lettore, fiaccare la resistenza di chi a sinistra si ostina a difendere la laicità dello Stato. Rullo di tamburi…sarà Gramsci? Togliatti? Non ditemi che è Marx! Tremo! Signori e signori, l’autore è…Gandhi.
Ma vaff…
E’ ignoranza o malafede quella per cui Socci cita qualcuno che quando parla di religione intende l’esatto opposto di ciò che lui vorrebbe difendere e sostenere?
Gandhi ha una concezione della religione che è ricerca spirituale, qualcosa che a noi occidentali è preclusa proprio perché strozzati dall’ottuso e dogmatico cappio cristiano-cattolico. Il pensiero di Gandhi sottende la necessità di asservire le ragioni “particolari” a quelle “universali”, quelle della materia a quelle dello spirito. Condivisibile o meno, nulla ha a che fare con le ingerenze della chiesa cattolica, le cui rivendicazioni di primato della morale sulla politica sanno tanto di primato politico della chiesa, di monopolio dell’etica. La religione di cui parla Gandhi è il libero cammino dello Spirito alla ricerca di sé. Ora, due sono le cose: o Socci ritiene che la Chiesa dovrebbe ancora amministrare il potere temporale, e allora mettiamolo in una macchina del tempo e rispediamolo a Canossa, a gustarsi la scena che tante volte avrà immaginato in momenti di irrefrenabile pulsione erotica; oppure valuta che la Chiesa sia depositaria della dimensione dello spirito, o peggio ancora della morale.
Purtroppo questa è mentalità diffusa. La chiesa è la casa di Dio, e il culto cattolico la dimensione unica della spiritualità. Tutto il resto è noia. No, non ho detto noia, ma boia boia boia!
Boia chi molla, vorrei gridare. Ma alla fine non si può non scendere a patti con la chiesa, perché volenti o nolenti, come ben illustra Michel Onfray nel “Trattato di Ateologia”, anche gli atei sono atei-cristiani. Liberandosi della dottrina escatologica e dell’anima-immortale, non si riesce tuttavia a rovesciare il paradigma etico cristiano, il sistema di valori di cui è impregnata la nostra cultura. Tranne ovviamente che per aspetti futili ed evanescenti, tipo la morale sessuale, per intenderci.
Semplificando molto, oggi il ruolo dell’intellettuale è quello di creare problematicità, nodi critici. Venga il compromesso, se è davvero tale, e non semplice appiattimento e sconfitta culturale. Non basta dire che la chiesa non ha monopolio di etica e spiritualità. Bisogna essere in grado di costruire una nuova etica e una nuova spiritualità realmente libere dall’ingombrante divinità di cui non hanno alcun bisogno.
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