mercoledì 27 agosto 2008

Giustizia: finiamola con questa truffa della "realtà percepita"

di Domenico De Masi

Corriere della Sera, 26 agosto 2008

Questa faccenda della sicurezza rappresenta un argomento con il quale siamo stati presi in giro - da destra e da sinistra - molto più di quanto avremmo dovuto tollerare. Chi sta all’opposizione, sostiene che viviamo in un turbine di crescente violenza; chi sta al potere, sostiene che godiamo della massima tranquillità.
Appena l’opposizione diventa maggioranza, subito i pareri spudoratamente si rovesciano. Sia per la destra che per la sinistra, i dati reali non contano: conta la capacità di creare artatamente sensazioni diffuse e infondate, come se fossimo un popolo di imbecilli.
In effetti è sorprendente che questo popolo più studia e viaggia, più diventa vulnerabile alla manipolazione. Questi politici - personcine alle quali, negli anni di De Gasperi e di La Malfa (quello vero) non si sarebbe affidata neppure la portineria del Palazzo - ora dal Palazzo decidono il nostro futuro non in base a fatti accertati, e ce lo impongono per mezzo di supporti mediatici che consentono loro di contrabbandare il nero per bianco e, il giorno successivo, il bianco per nero.
Nel caso della sicurezza, non gli è bastato manipolare smaccatamente i dati: hanno anche inventato di sana pianta la categoria della "realtà percepita", secondo cui non conta quante persone vengono realmente stuprate e da chi. Quel che conta è la quantità di paura collettiva che, in base a quel determinato stupro, si riesce a indurre nelle masse.
Stessa cosa vale per la crisi economica. Andate a Cortina o in Costa Smeralda, dove si raggruma il fior fiore dei miliardari: dai loro discorsi ricaverete che essi "si percepiscono" come pezzenti, appezzentiti dalle tasse esose e dallo Stato invadente.
Più di due secoli fa, proprio per combattere la pericolosissima categoria della "realtà percepita", contrapponendole la realtà scientificamente accertata, Diderot e Voltaire elaborarono il paradigma illuminista. Di che cosa si tratta? Secondo Kant, si tratta della "uscita dell’uomo dalla minorità che va imputata a lui stesso. Minorità è l’incapacità di servirsi del proprio intelletto senza la guida di un altro. Pigrizia e viltà sono le cause per le quali una gran parte degli uomini di buon grado rimangono minorenni per il resto della propria vita; per questo è così facile ad altri erigersi a loro tutori".
Basta, dunque, con questa truffa della "realtà percepita". È ora di liberarsi - criticamente e razionalmente - dai pregiudizi indotti e dai dogmi imposti.

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