Per chi non ne fosse informato, c'è un emendamento della Lega al pacchetto sicurezza del governo: i medici saranno obbligati a denunciare i propri pazienti se clandestini.
Al di là dello schiaffo in faccia ad Ippocrate e al suo "Giuramento", e dunque alla deontologia professionale dei medici (art.3: "Dovere del medico è la tutela della vita, della salute fisica e psichica dell’Uomo e il sollievo dalla sofferenza nel rispetto della libertà e della dignità della persona umana, senza distinzioni di età, di sesso, di etnia, di religione, di nazionalità, di CONDIZIONE SOCIALE, di ideologia, in tempo di pace e in tempo di guerra, quali che siano le condizioni istituzionali e sociali nelle quali opera"), mi sembra che anche la nostra Costituzione dica qualcosa riguardo l'UNIVERSALITA' del diritto alla salute (art.32).
Vedo tre possibili conseguenze ad una soluzione del genere:
1) L'inaccessibilità delle cure mediche per molti immigrati clandestini (per i quali la malattia è preferibile al ritorno in patria)
2) Il capestro - il ricatto fondato sul primo dei beni (la salute) - per espellere i clandestini
3) Probabile: la nascita (o meglio il pauroso incremento, perchè dubito non esista già almeno in forma embrionale) di una sanità clandestina. Anche questa mi sembra una prospettiva avvincente...
A cosa mira in realtà questo emendamento?
Ad indebolire ulteriormente la più stracciata delle categorie sociali? A soddisfare gli umori repressivi di un elettorato con la bava alla bocca? Mi auguro qualcuno non pensi sul serio che possa servire a diminuire il numero dei clandestini (a meno che non si punti a farli diminuire in virtù di qualche epidemia...); al massimo possiamo ridurli ad una condizione ancora più marginale, plasmandoli sempre più come ci piace immaginarli: brutti, sporchi, malati e cattivi...
Magari tra qualche anno si potrà fare propaganda spiegando che i clandestini "portano malattie". No, non le portano. E' un nostro gentile omaggio.
Comunque mi pare inutile citare la nostra costituzione. Ricordo bene dove la Lega voleva infilarsi il tricolore; facile pensare che ci sia un cantuccio libero anche per essa.
domenica 28 dicembre 2008
venerdì 5 dicembre 2008
Sono stato molto indeciso in questi giorni se spendere qualche parola sull'oscena posizione della Chiesa riguardo la questione "depenalizzazione del reato di omosessualità".
Ovviamente la Chiesa non si è espressa a favore della pena di morte per i "diversi".
Quella dei barbagianni ecclesiastici è una scelta politica: sostenere la depenalizzazione dell'omosessualità potrebbe significare - di contro - favorire pressioni nei confronti degli Stati (tra cui il nostro) nei quali gli omosessuali non hanno tutti i diritti civili degli etero.
Il ragionamento è semplice: noi non vogliamo essere rotti le scatole sui diritti degli omosessuali...quindi, preferiamo avallare in qualche modo il reato di omosessualità (punito, in alcune nazioni, con la morte) piuttosto che rishiare di farli sposare.
Questa è la Chiesa. E questi i suoi valori di riferimento.
Poi, un piccolo ringhio del Pasore Tedesco (come ebbe a suo dire, con lungimiranza, "Il Manifesto"), e il governo fa marcia indietro sui tagli alle scuole private...cattoliche.
Ma perchè dobbiamo finanziare le scuole dei preti? Proprio mentre sono in atto tagli alla scuola pubblica.
Allora, se davvero vogliamo la libertà di educazione (concetto sparato davvero "a cazzo"), perchè non cominciamo a ragionare di scuole islamiche parificate? No, eh? Addirittura qualcuno vorrebbe chiudere anche le moschee, figuriamoci le scuole...
Non è una questione marginale, perchè diavolo la Chiesa deve godere di un appalto su una questione essenziale come l'educazione?
Ovviamente la Chiesa non si è espressa a favore della pena di morte per i "diversi".
Quella dei barbagianni ecclesiastici è una scelta politica: sostenere la depenalizzazione dell'omosessualità potrebbe significare - di contro - favorire pressioni nei confronti degli Stati (tra cui il nostro) nei quali gli omosessuali non hanno tutti i diritti civili degli etero.
Il ragionamento è semplice: noi non vogliamo essere rotti le scatole sui diritti degli omosessuali...quindi, preferiamo avallare in qualche modo il reato di omosessualità (punito, in alcune nazioni, con la morte) piuttosto che rishiare di farli sposare.
Questa è la Chiesa. E questi i suoi valori di riferimento.
Poi, un piccolo ringhio del Pasore Tedesco (come ebbe a suo dire, con lungimiranza, "Il Manifesto"), e il governo fa marcia indietro sui tagli alle scuole private...cattoliche.
Ma perchè dobbiamo finanziare le scuole dei preti? Proprio mentre sono in atto tagli alla scuola pubblica.
Allora, se davvero vogliamo la libertà di educazione (concetto sparato davvero "a cazzo"), perchè non cominciamo a ragionare di scuole islamiche parificate? No, eh? Addirittura qualcuno vorrebbe chiudere anche le moschee, figuriamoci le scuole...
Non è una questione marginale, perchè diavolo la Chiesa deve godere di un appalto su una questione essenziale come l'educazione?
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