Non mischiamo il sacro col profano.
Cosa c’entra Cristo con le miserie terrene?
Queste ed altre sono le espressioni di chi si straccia le vesti quando il figlio di Dio è tirato per la tunica, e coinvolto nelle faccende terrene.
Una rivoluzione copernicana, un rovesciamento dell’insegnamento di Gesù di Nazareth. Non sono credente ma lo sono stato, qualcosa mi sembra di ricordarlo…ricordo infatti qualcosa a proposito i un Cristo che si è fatto uomo. Ma ci hanno pensato gli uomini stessi a riportarlo prepotentemente alla sua vocazione di nascita. Mi ricordo di un Cristo nato in una stalla, un Cristo che mangiava, beveva, sudava come gli altri. Si sporcava le mani, nessuno più di lui ha mischiato il sacro col profano.
Ed ecco l’iconografia cristiana, dove l’agnello di Dio volge sempre gli occhi al cielo…ma quando mai! Come Aristotele nella Scuola d’Atene Cristo aveva gli occhi ben piantati sulla terra, cercando di ficcare nelle zucche vuote dei suoi contemporanei che “il sabato è fatto per l’uomo, e non viceversa”.
Ma un Cristo così, sudato, con le mani sporche e lo sguardo fisso sulle miserie terrene, non fa comodo ai cristiani. Perché costringerebbe anche loro a guardare proprio dove non vogliono. Come si fa a sopportare la propria corruzione con Cristo che ti tiene gli occhi addosso? Molto meglio che guardi verso l’alto, che sia per interrogare il cielo, o per sfuggire la vista della lordura terrena.
Cosa c’entra Cristo con le miserie terrene?
Queste ed altre sono le espressioni di chi si straccia le vesti quando il figlio di Dio è tirato per la tunica, e coinvolto nelle faccende terrene.
Una rivoluzione copernicana, un rovesciamento dell’insegnamento di Gesù di Nazareth. Non sono credente ma lo sono stato, qualcosa mi sembra di ricordarlo…ricordo infatti qualcosa a proposito i un Cristo che si è fatto uomo. Ma ci hanno pensato gli uomini stessi a riportarlo prepotentemente alla sua vocazione di nascita. Mi ricordo di un Cristo nato in una stalla, un Cristo che mangiava, beveva, sudava come gli altri. Si sporcava le mani, nessuno più di lui ha mischiato il sacro col profano.
Ed ecco l’iconografia cristiana, dove l’agnello di Dio volge sempre gli occhi al cielo…ma quando mai! Come Aristotele nella Scuola d’Atene Cristo aveva gli occhi ben piantati sulla terra, cercando di ficcare nelle zucche vuote dei suoi contemporanei che “il sabato è fatto per l’uomo, e non viceversa”.
Ma un Cristo così, sudato, con le mani sporche e lo sguardo fisso sulle miserie terrene, non fa comodo ai cristiani. Perché costringerebbe anche loro a guardare proprio dove non vogliono. Come si fa a sopportare la propria corruzione con Cristo che ti tiene gli occhi addosso? Molto meglio che guardi verso l’alto, che sia per interrogare il cielo, o per sfuggire la vista della lordura terrena.
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